Cominciamo dal “personale”
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I principali tratti del tuo
carattere?
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Il senso del dovere, che, per
dirla con Oscar Wilde, è come un’orribile malattia che distrugge i tessuti
del pensiero come certe malattie distruggono i tessuti del corpo.
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La tua migliore qualità?
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Nessuna che mi sia mai stata
personalmente utile.
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La caratteristica che più ti
manca?
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Un po' più di allegrezza, di
menefreghismo e di sana arroganza.
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Le qualità che più apprezzi in
un uomo?
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Il saper mentire senza
imbarazzi.
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Le qualità che più apprezzi in
una donna?
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La pudicizia, se fosse ancora
possibile o, se non, l’allegria e la grazia.
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Ciò che più apprezzi nei tuoi
amici?
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Qual è il contrario
dell’invadenza…?
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Il tuo principale difetto?
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Una incontenibile, crescente,
inarrestabile insofferenza verso tutto ciò che appare in televisione cioè a
dire verso l’universo mondo.
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La tua occupazione preferita?
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La meno utile: il leggere e lo
scrivere.
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Con che cosa la baratteresti?
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Col saper far di conto. Le
scienze inesatte servono solo a fuorviare lo spirito e a rendere
malinconici.
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Il tuo sogno di felicità?
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Il saper suonare uno strumento.
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La vera infelicità?
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Penso che sia quella di non
avere denaro, ma occorre che dica che nella vita ho avuto la immeritata
fortuna, essendomi sempre per fortuna saputo contentare di poco, di tale
paura non averla seriamente mai provata.
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Quello che avresti voluto
essere?
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Un violinista, anche non di
primissimo piano, da esser chiamato a suonare nelle feste di nozze e nei
funerali.
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Intellettualmente chi avresti
voluto essere?
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don Luigi Pirandello, anche se,
prima con i debiti e i rovesci finanziari del padre e poi col matrimonio
con una donna che da lì a poco sarebbe diventata pazza, ebbe un’esistenza
in travagliatissima. Ma la sua intuizione sul relativismo delle idee in
termini assoluti non vale meno della analoga teoria, nel campo della fisica,
di Albert Einstein.
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Cosa ti fa più paura?
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Gli avvocati. Più assai che un
medico mi manca, in famiglia un figlio, un fratello o un parente stretto
che sappia di giurisprudenza.
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Perché?
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Non lo so, mi affascina la
famosa battuta di Francois Blanche
che dice: “Perché essere cattivi quando con un piccolo sforzo si può essere
ignobili?”
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Ciò che rimpiangi?
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Invidio chi vive al Nord o
anche a soli cento chilometri più a settentrione di me. E’ chiaro che se
vivessi nell’emisfero australe vorrei trovarmi più a sud che fosse
possibile.
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Ciò che non sopporti?
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Gli sprechi, sopra tutti quelli
del fiato e dell’acqua.
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Da chi ripuliresti il mondo?
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Sia senza starci molto a pensare
che standoci molto: sindacalisti, politici e giornalisti.
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La cosa che ti riesce meglio?
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Scrivere una lettera, un
biglietto, una cartolina, un telegramma, un'epigrafe, un epigramma, un
ditirambo, un'ode, un necrologio.
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E la seconda?
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Scriverne una di insulti.
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L’errore che non rifaresti?
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Non essermi fatto avvocato.
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Dove ti sarebbe piaciuto
nascere?
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Nella provincia francese, in
quell’alta cuna nell’antico regno di Lotaringia dove nascono il Rodano e il
Reno.
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Dove ti piacerebbe vivere?
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Nelle lontane Ushuaia e Vladivostok,
insomma nel “finis terrae”. Questo quando mi sento soffocare mentre la
Vienna piena di musica nelle situazioni di normalità mi andrebbe benissimo.
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Un solo viaggio, dove?
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Da Buenos Aires a Ushuaia.
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La città più bella?
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San Pietroburgo, cioè Leningrado,
che per me sempre così si chiamerà.
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Che cos’è l’amore?
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Un fatto chimico, un
allucinogeno.
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Che cos’è il sesso?
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Se non ci fosse sarebbe meglio.
Ma da più segni si coglie come da qualche anno il sesso, almeno come lo
hanno inteso e vissuto quelli della mia e delle precedenti generazioni, sta
per scomparire e che al massimo nel volgere di una generazione,
l’accoppiamento eterosessuale, che già oggi è fortemente insidiato da turpi
e innaturali variabili (sto riferendomi ai transessuali, l’ultimo salto nell’orrido)
è destinato a mutare approccio e prospettive di cui si colgono inquietanti
segnali. Può difatti osservarsi che già oggi gli indumenti delle donne da
alcova o da teleschermo non sono pensati per fungere da articoli di
vestiario, bensì quali strumenti funzionali alla eccitazione del partner o
dei telespettatori, così che di fatto la “lingerie” viene ad assumere
quella funzione che nelle corride il drappo rosso assume nei riguardi del
toro. Nel prossimo futuro si giungerà ad una dimensione mentale e culturale
nella quale ancor di più il rapporto sessuale si divaricherà dalla sfera
sentimentale, gli approcci e i preliminari si ridurranno all’essenziale, né
ci si curerà delle conseguenze. In questi giorni sto leggendo “Passaggio in
India” di Foster e sono proprio sulle pagine dove nell’India colonizzata
dagli inglesi, il protagonista, il dottor Aziz, dunque un medico e pertanto
uno che un poco di credibilità anche tra i perfidi albionici poteva averla,
viene arrestato e processato solo per il sospetto d’aver “mancato di
riguardo” (in sostanza un immaginario tentativo di stupro”) ai danni di una
giovane donna inglese sua ospite. Cose di un altro tempo e di altri luoghi mi
si dirà. Ed è vero, ma permettetemi di esprimere la personale convinzione
che riguardo alle faccende di sesso non una maggiore temperanza (non
vogliamo di certo propagandare l’astinenza sessuale), ma una maggiore
discrezione di sicuro non guasterebbe, rimanendo del parere che in fatto di
regole morali e di comportamenti una maggiore disciplina sarebbe non
soltanto raccomandabile ma fortemente necessaria. E se veramente dovesse
giungersi (come pare che tra una
diecina d’anni potrà farsi) alla procreazione senza che un maschio e una
femmina carnalmente si congiungano, per le persone normali e in buona
salute non credo che cambierà molto, ma certamente sotto i cieli, nei bivi,
nei trivi, nei quadrivi e sotto le lenzuola, regnerà una grandissima
confusione. Vulve e sfinteri si sfideranno alla pari, anche se, se a
giudizio di chi scrive, non dovrebbe esservi partita. Ma questa è solo la
personale opinione di un signore che ha avuto la fortuna-sfortuna di
nascere nella prima metà del secolo scorso.
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Su questo mondo di vivi il
paradiso dov’è?
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Penso nel fascino femminile, perché,
a mio vedere, nulla è più bello di una donna bella!
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E l’inferno?
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Nella donna.
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Cinematograficamente parlando
chi ti piace di più?
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Oggi come oggi Margherita Buy.
Ma trovo dannatamente sensuale Angiolina Jolie.
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Che cosa ti emoziona di più?
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Solo qualche scena di cinema e qualche
pagina di libro. Mai il dolore o l’ira.
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Un mito giovanile che con
l’andare degli anni si è dissolto?
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Gino Paoli che ora le volte che
lo vedo o sento provo un senso di irritato fastidio.
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Perché?
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Perché si usa deprecare le
morti premature, mentre nessuno si lagna di quelle tardive, ben più
incresciose, specie quando, come nel caso in questione, da cinquant’anni
non si dice niente di nuovo.
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I tuoi miti?
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Giuseppe Stalin, ché nessuno
sapeva trattare i comunisti come lui!
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L’avvenimento che ti ha coinvolto
di più:
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Il bolscevismo, negli anni
giovanili.
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Vedo che stai buttandola in
politica. E allora tuffiamoci!
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Molto volentieri.
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La tua mazzetta dei quotidiani?
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“Il Giornale” di Vittorio
Feltri per l’aspetto politico e “Il Foglio” di Giuliano Ferrara per il lato
culturale. E con essi “Il
Riformista” di Antonio Polito, napoletano furbo, che è un giornale assai ben
fatto. E “La Stampa” di Mario Calabresi, che, quali che siano i direttori,
rimane sempre un prodotto di stabile ed affidabile eccellenza, con una sua costante
e precisa identità. Mi piacerebbe accostarmi a “Il Domenicale” del
“mafioso” (a detta degli intolleranti di cui la sinistra è piena) Marcello
dell’Utri. E prima o dopo lo farò.
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I meno preferiti? Quelli cioè che
non apriresti neanche si ti torturassero?
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Tutti i giornali della sinistra,
la cui credibilità, ai miei occhi, è prossima allo zero. In quanto cercano
(e trovano) la loro unica ragione d’esistere nell’odio verso Berlusconi.
Cioè a dire, sopratutti, “Il Fatto quotidiano” di Padellaro e Travaglio,
“La Repubblica” di Mauro e di Scalfari, “L’Unità” della De Gregorio, “Il
Messaggero” del suocero di Pierferdinando Casini e “Il secolo d’Italia” che
con la Purina è diventato il portavoce del “compagno” Fini. Tra i
settimanali L’Espresso della Hamaui che non so chi sia.
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Sei berlusconiano?
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No, ma lo voto.
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Vuoi spiegarti meglio?
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Ci provo. Degli uomini
dell’attuale governo c’è chi mi piace (Tremonti, Maroni, la Gelmini e la
Brambilla) e c’è chi quasi mi piace (Sacconi, Scaiola e per qualche verso
Bossi) e c’è chi mi piace poco o niente (Calderoli e la Carfagna). E poco mi
convincono gli atteggiamenti paternalistici e improntati a un esagerato ottimismo,
(che mi essere pare becero e di maniera) dello stesso Berlusconi. Non
soltanto, ma devo aggiungere che molte cose della sua politica non le
condivido. Prima tra tutte la visione ipergarantista e apertamente intimidatoria
verso le procure, anche se con un po’ d’onestà dovrebbe riconoscersi che tutti
i torti non li ha. Perché questa politica ipergarantista non può che
portare (quali che siano le sue intenzioni) ad una maggiore protezione dei rei,
dei reprobi e dei recidivi. Questi concetti, queste iniziative e questi
progetti fortemente collidono col mio forte spirito giustizialista e
forcaiolo giacché io vagheggio una società dove nessuno che sia stato
condannato per un delitto possa commetterne un altro e con i rei e con i
malfattori non bisognerà mai avere mai un barlume di misericordia (dalla
biografia dell’imperatore Valentiniano (364-375 d.C.). E parimenti poco mi
piace la circostanza che egli (Berlusconi) non sappia procedere con
speditezza e decisione in direzione del taglio degli sprechi e delle spese
inutili che da sempre dissanguano le casse dello Stato (anche se è facile
immaginare quanto formidabili possano essere le resistenze della così detta
“Casta”.
Al riguardo farebbe bene a
ricordarsi che ce l’ha promesso e dovrebbe non dimenticare che l’uomo della
strada detesta il ceto politico. Sono infine fortemente contrario al
federalismo fiscale, che però gli vale l’appoggio di Bossi, e mi tappo le
orecchie tutte le volte che lo sento parlare di “società multirazziale”. Ma
se (il se è pleonastico) l’alternativa sono i vari Prodi, Veltroni,
Franceschini e Vendola, l’attuale premier il mio voto, fino a che campo, l’avrà
sempre.
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Perché non ti fidi delle
sinistre?
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Perché credono d’essere figli
della gallina nera e non lo sono, perché predicano bene e razzolano male,
perché sono ipocriti e bugiardi, perché sono fanatici e violenti, non leggono
la Storia o se la leggono la leggono a modo loro. Perché non mi fido di chi
per costume o abito mentale si preoccupa delle idee e non si cura del
singolo Individuo, perché parlano troppo e dicono sempre le stesse cose, perché
detesto le fiaccolate, le fischiettate, le lenzuolate, le marce per la pace
e il colore viola. Perché incarnano il partito della spesa (e delle tasse)
e l’Italia è sull’orlo del baratro e se Berlusconi non lascerà fare a
Tremonti, faremo la fine della Grecia.
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Rimanendo sul terreno della
politica a chi altri non daresti mai il tuo voto?
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Mai ai radicali di Pannella e agli
ex democristiani di Casini.
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Puoi spiegarne la ragione?
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Perché il logoro e
immarcescibile Pannella, che ormai è diventato nel linguaggio e nei
comportamenti una sorta di caricatura di se stesso, e non c’è giorno che
non sputi sul piatto dove da più di sessant’anni, facendo finta di
digiunare, lautamente mangia. E poiché invecchiando anche i nostri vizi si
radicalizzano egli più che mai è il sostenitore di battaglie che personalmente
ho sempre visto e continuo a vedere come una seria minaccia per la moralità
e la sicurezza del nostro Paese (divorzismo, abortismo,
antiprioibizionismo, ipergarantismo) senza dire che è un omosessuale
dichiarato e un provocatore di professione. Per quanto riguarda il furbo Casini,
mai lo voterei, perché ai miei occhi egli incarna tutto ciò che da giovane
aborrivo e che desideravo finisse per sempre, cioè a dire l’immobilismo di
quella che negli anni settanta per vocazione alla staticità fu definita
“Balena bianca”. Mi verrebbe da aggiungere il signor Gianfranco Fini ma non
lo faccio perché egli è solo un altro grave errore, l’ultimo in ordine di
tempo, che Silvio Berlusconi commette nella scelta degli uomini.
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Odi qualcuno?
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Odio è una parola troppo forte,
per cui forse sarà meglio che dica che sarà più facile vedere una mosca
bianca in groppa a un asino che vola prima che io possa convincermi a dare
il mio voto al partito democratico, quali che siano il leader e il segretario
di turno.
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Se Berlusconi, l’uomo più
odiato d’Italia, non ti convince, se potessi scegliere, a chi affideresti
il governo dell’Italia?
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Al generale Augusto Pinochet!
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Anche se chiedesse i pieni
poteri?
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Anche!
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Sei razzista?
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Ferocemente.
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Con chi ce l’hai innanzitutto?
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Con tutti i neri, da quelli che
chiedono l’elemosina sotto i semafori a, soprattutto, quelli che appaiono
in televisione. Unica eccezione Barack Obama, ma è la classica eccezione
che conferma la regola.
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E con i giudei no?
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Non li amo, ma devo riconoscere
che sono un gran popolo. Anche se tutti, sotto la crosta, non sono altro
che dei preti la perdonano neanche a Dio!
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La tua più convinta
convinzione?
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Che è solo questione di tempo e
che prima o poi tutto passa.
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Il tuo aforisma prediletto?
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Sono un gran raccoglitore di
aforismi, quindi ne citerò tre. Il primo è di Enrique J. Poncela e dice che
“L'amore è una commedia in un atto: quello sessuale!”. Il secondo è di Karl
Kraus e dice che “L'ingiustizia ci deve essere, altrimenti non si finisce
mai”. Il terzo, ed ultimo, forse il più vero, è di un famoso personaggio
del recente passato (indovinate chi?) che dice che “Alla fine ci si pente
sempre d’essere stati troppo buoni”.
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Un mestiere che ti sarebbe
piaciuto fare?
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Quando lavoravo in banca e la
stanchezza mi toglieva il sonno e l’ansia mi erodeva il cervello, molte
volte avrei barattato quel posto, giudicato dai più lusinghevolissimo, con
un mestiere di corriere, di messaggere o di autista, cioè con un lavoro
manuale, ripetitivo e da condursi in
solitudine.
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Come vorresti morire?
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Da solo, senza che nessuno mi
veda, ché vorrei proprio evitare le solite abominevoli manfrine, cioè a
dire la ipocrita portata della bara in chiesa e lo stomachevole predicozzo
del prete che non avrà alcun pudore di definirmi, senza avermi mai
conosciuto e senza che mai mi abbia visto in faccia, uomo di grande fede e
carità (io che non ho mai dato un centesimo a chicchessia!) e a farà finta
di invocare sul mio capo di miscredente e di bestemmiatore la misericordia
del suo Dio.
Mi piacerebbe piuttosto
scomparire di notte, tra i flutti, come fece il prof. Ettore Maiorana ma ci
ho abbandonato l’idea perché, non rinvenendosi il mio cadavere, le attività
relitte resterebbero congelate e mia moglie della pensione di reversibilità
per almeno cinque anni non vedrebbe un euro... Mi sa quindi che mi toccherà
passare sotto il giogo dell’altare maggiore e sorbirmi il predicozzo
dell’impostore salmodiante…
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Con cosa vorresti essere
sepolto?
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Come in effetti già ho disposto
col c.d. di “La passione secondo Matteo” di Johann Sebastian Bach, nel
senso che vorrei che dentro la bara mi ci mettessero il c.d. di questo
brano, insieme con la maglietta di Paolo Montero il mio idolo calcistico di
questi ultimi anni.
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La tua musica preferita?
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La musica classico-barocca e i
quartetti di Haydn.
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I musicisti preferiti:
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Le tre B (Bach, Beethoven,
Brahms).
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I brani di “classica” che più
ami ascoltare?
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Il Requiem di Mozart, La Messa
in si minore di Bach, la Passione secondo Matteo di Bach, l’ “Eroica” di
Beethoven, la prima e la quarta sinfonia di Brahms, l’Ottetto in Mi minore
op. 20 di Mendelssohn.
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E dell’altra musica?
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Poco o nulla perché da quando,
nell’estate del ’77, al Banco, con la Mc Donald mi guadagnai il mio primo
impianto stereo (un compatto Philips) non ascolto che musica classica. Però
riguardo alla musica così detta leggera qualche ricordo ancora ce l’ho,
anche se son ricordi che risalgono agli anni settanta. Ricordo che molto mi
piaceva il De Gregori prima maniera (per intenderci quello di Rimmel e di
Titanic. Mi piacevano pure La Guerra di Piero, il Pescatore e Boccadirosa
di D André. Poi l’ L’Ingorgo di Dalla. E inoltre Blowind in the wind e Mr.
Tambourine,s man di Bob Dylan, Suzanne di Leonard Cohen, qualche cosa degli
chansonniers francesi e qualcosa (ma non troppo, anzi poco) dei Beatles. I
Rolling Stones non li ho mai potuti soffrire. Troppo rumorosi!
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Quale musica per il tuo
funerale?
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Il secondo movimento della
terza sinfonia di Beethoven.
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Quelli verso cui sei
indulgente?
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Con chi mi loda.
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La tua debolezza più forte:
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La lusinga culturale.
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Il dono naturale che mi
piacerebbe avere:
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Una bella voce e il coraggio di
esibirla.
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Il tuo attuale stato d’animo:
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Di rigetto, di invincibile
insofferenza verso chiunque appaia per più di una volta o per più di tre minuti
in televisione.
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Il motivo di questa
insofferenza?
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Perché la televisione ha
cambiato in peggio l’Italia
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Parafrasando il buon Goering,
puoi dirci se ci sono frasi o luoghi mentali che, quando li senti citare senti
la mano correrti irresistibilmente al cinturone”?
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Cinque, di meno non posso fare!
1): “Sediamoci intorno ad un
tavolo e discutiamone”,
2):“Riteniamo la proposta
Irricevibile”,
3): I diritti umani, i diritti
civili….
4): “Occorrono delle leggi di
tutela…,
5): “Corriamo il rischio d un
nuovo Cesarismo! (magari…!!!”).
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E è rimasto qualcuno a cui vuoi
un po’ di bene?
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Moltissimi, ché possonsi
contare sulle dita della mano di un monco!
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C'è qualcuno sul quale hai
cambiato idea dal male al bene?
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Di Giulianone Ferrara ho
completato, sfinito ma ammirato, l’intero periplo;
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Il tuo orientamento politico?
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Un qualcosa di non ben definito
che, all’occorrenza, sappia stare tra l’essere un comunista di destra o un fascista
di sinistra. Questa definizione mi piace perché è originale e veridica.
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Fossi dittatore per sei mesi
quale sarebbero i tuoi primi provvedimenti?
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Emetterei cinque decreti legge
che, il frenatore Napoletano permettendo,
dovrebbero avere il pregio della immediata esecutività:
1): Una riforma della giustizia
che preveda la reintroduzione della pena di morte per i fatti di sangue, il
taglio della mano destra per i ladri, la mutilazione degli organi genitali
per le adultere non volendo giungere alla lapidazione come da qualche parte
ancora si usa (meglio murate vive, come la Monaca di Monza). Ovviamente la
revoca del secondo e del terzo grado di giudizio e la abolizione dell’obbligo,
come si usa nei Paesi civili (che non ebbero la sfortuna d’aver dato i
natali ad un inguaribile imbecille come Cesare Beccarla) della motivazione nelle sentenze giudiziarie.
2): La chiusura immediata dei
Tar.
3): La abolizione dell’istituto del “Giudice
di Pace”,
4): La chiusura di tutte le
università aperte in Italia dopo il 1945,
5): Una legge che bandisca dai
teatri e dalle piazze d’Italia quella disgustosa americanata che è la festa
di Halloween, che a noi latini è estranea come la carità può esserlo a un
ebreo,
6): Un decreto fiscale che
obblighi il signor Massimo Moratti a versare alla Agenzia delle entrate,
ogni anno entro il 30 settembre, come surplus di liberalità, l’eguale
esatto di quello che nel corso dell’anno ha speso per trastullarsi con quel
costosissimo giocattolo che è l’Inter,
7): Abolizione del garante
della privacy e introduzione della figura del censore dei programmi
televisivi con la nomina a direttore di tale funzione del presidente della
CEI monsignor Camillo Ruini,
8): Una forbice d’oro in premio
tutti i mesi al direttore di Telegiornale che riesca a confezionare il
telegiornale più breve,
Le donne dovranno scegliere,
come ai tempi del Fascismo, tra lavoro in casa e lavoro fuor di casa, perché
ambedue le cose bene non possono essere fatta, perché la eccessiva libertà le
ha sfrenate e ha distrutto le famiglie.
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Pena di morte? Ho capito
bene...?
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Sì hai capito benissimo. Pena di
morte!
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Perché?
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Perché in questa Repubblica clerico-marxista
nata dal consociativismo di comodo si piange troppo per dei nonnulla e alle cose serie e dolorosamente durature
come il mestiere di vivere, la sopravvivenza difficile, l’onorabilità, la
povertà, il bisogno, i sacrifici, il quotidiano impegno, il saper stare
zitti, stringere i denti e soffrire in silenzio non si dà alcuna
importanza. Tutto si consuma nello spazio di un servizio televisivo, come
se la vita fosse fatta di spot televisivi, perché chi la racconta meglio, specie se
dinanzi ad una telecamera, spesso la vince. Occorre invece far comprendere
alla gente che la morte non è uno spettacolo che debba per forza consumarsi
dinanzi alle telecamere, le quali dovrebbero potere intervenire solo nei
casi che l’evento abbia fatto registrare più di cento vittime in un sol
colpo. E neanche in quel caso funerali di Stato!
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Perché sei così drastico?
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Perché, come diceva, Indro
Montanelli l’italiano è il popolo più cinico del mondo. E perché, come ha
recentemente scritto il Daily Mirror, l’Italia è diventata una casa di
tolleranza a cielo aperto.
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Ma non eri comunista una
volta...?
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E’ vero e non me ne vergogno.
Perché come si suol dire “chi non è stato comunista in gioventù è senza
cuore, ma chi continua a esserlo nell'età adulta è senza cervello. E poi...
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E poi...?
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E poi ai miei tempi i comunisti
erano poveri e sognavano la palingenesi universale, e si nutrivano solo
pane e profumo d’aringa.
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C’è un anticristo nel mondo:
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Sì, le tre B (Boldi, Baudo e Bonolis).
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Il rosso o il nero:
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Entrambi, nel senso del romanzo
di Stendhal.
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Il gatto o il cane:
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Il gatto, meno
antropodipendente.
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Qualche capriccio che non ti
sei mai tolto?
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Due: Cambiar marcia, in
macchina, senza premere il piede sulla frizione. Non sono mai stato capace
di farlo, neanche quando, solo al volante, ho guidato autovetture non mie.
Assestare un formidabile e
sonorissimo ceffone a un cieco che con meditata partecipazione stia facendo
finta di guardare e commenti un quadro o una partita di calcio (ce ne
sono…, ce ne sono, l’orbo Bocelli l’ha fatto...!).
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Un sogno destinato a restare un
sogno:
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Come capitò al signor March di
“Piccole donne” con le sue Meg, Gio, Beth ed Emily molto mi sarebbe molto
piaciuto avere quattro figlie femmine.
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Qual è la cosa che ti fa più
schifo?
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Schifo in che senso?
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Nel senso di nausea, ripulsa,
repulsione, disagio a guardarla, istinto a vomitare solo a immaginarne il
contatto…
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Senza volere esprimere un
giudizio politico, appartenendo le parti anatomiche che mi accingo a
descrivere e ad indicare, a politici, ci sono bocche, certe bocche (Dio mi
perdoni!) che a me sembrano essere degli sfinteri anali…! Non tutte, ma mi
muovono al vomito la boccuccia a cul di gallina di Pierferdinando Casini,
quella a salvadanaio di Romano Prodi, quella alquanto vaginale di Marco Pannella
e quella piuttosto emorroidica di Baget Bozzo.
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Hai mai pensato al suicidio:
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Tutte le volte che di notte e
solo, attendendo il cominciare d'un film, ho dovuto sorbirmi le
interminabili elucubrazioni di Enrico Ghezzi.
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Chi vorresti che fosse il tuo
angelo custode?
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Non uno ma tre, e di sesso
femminile: Venere, Minerva e Giunone.
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Quando ti senti o ti sei
sentito fiero di essere italiano?
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Non lo so, non mi è mai parso
importante.
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Quando te ne vergogni o te ne
sei vergognato?
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Trapattoni, Benigni e la Loren
quando oltre confine li vedo comportarsi secondo la migliore tradizione
napoletana: quella di Pulcinella.
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Adesso facciamo un escursus nel
mondo dei libri.
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Volentieri.
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Ricordi il primo libro che hai
letto?
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Il Giro del mondo in 80 giorni
di Giulio Verne.
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E l’ultimo?
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I Lupi & gli Agnelli di
Gigi Moncalvo, lavoro inattendibile e fazioso.
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Gli ultimi che ti sono
piaciuti?
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Nel breve tempo di questo
scorcio di anno: I tre schiavi di Giulio Cesare di Riccardo Bacchelli, originalissimo
capolavoro, l’anno scorso La Versione di Barney di Mordechai Richler, Passaggio
in India di E.M. Forster, la Montagna incantata di Thomas Mann e Sorelle
Materassi e i Fratelli Cuccoli di Aldo Palazzeschi.
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Il prossimo che leggerai?
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Non ho letto mai nulla di
Curzio Malaparte e questa è una lacuna che prima o poi dovrà essere
colmata.
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L’ultimo che hai comprato?
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Il Mussolini del francese
Pierre Milza; mi è costato un fracco di quattrini ma finalmente ho tra le
mani, sul Duce, un libro onesto.
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Il prossimo che comprerai?
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Se li trovassi “Bach e
l’aritmetica” di Margharet Thulin che è sparito dai cataloghi.
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I tuoi scrittori preferiti?
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Con Thomas Mann, Riccardo Bacchelli
e Gesualdo Bufalino vado sempre sul sicuro. Non cito Richler che pure con
La Versione di Barney mi ha folgorato perché ancora non so se la predetta
sua opera ultima (mi riferisco alla Versione) non sia il felicissimo canto
del cigno. Voglio dire che perché vorrei leggere qualche sua altra cosa
perché non vorrei che mi accadesse quel che trent’anni fa mi capitò con
Jorge Amado, del quale prima non avevo mai letto niente e il cui Dona Flor
letteralmente mi entusiasmò. Al punto che di lui comprai e lessi di tutto, rimanendo di quel tutto
fideisticamente acquistato delusissimo.
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Il libro più divertente?
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Appunto e ancora il Dona Flor e
i suoi due mariti.
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Il libro più triste?
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“Le Braci” di Sandor Marai, un
libro bellissimo e fortemente drammatico.
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Il libro più difficile?
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Per dar retta al professor Eco
vorrei leggere l’Ulisse di Joyce che un paio di volte ho preso in mano
senza riuscire mai finirlo e qualcosa di Borges.
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Il libro più noioso?
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A lungo ho ritenuto esserlo “Il
Maestro e Margherita” di Bulgakov, poi l’ho riletto e ho ritenuto di poter
cambiare un po’ idea. Ma solo un po’.
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Il libro più erotico?
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Il Cantico dei Cantici.
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Il libro più originale?
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Il Deserto dei Tartari.
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Il libro più disperato?
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Lolita di Nabokov.
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Un libro “perfetto”?
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I Buddenbrook o La Montagna
Incantata di Thomas Mann.
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Il libro che hai regalato di più?
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Il Rosso e il Nero di Stendhal.
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Quello che t’ha colpito come un
pugno in piena faccia?
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Come ho già detto La Versione
di Barney di Richler
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Puoi altri quattro?
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Non è facile, così su due piedi
e con tutti i libri che ho letto. Facciamo dodici, è il minimo trattandosi
di uno che ne ha letti molti. Lasciando nel loro Empireo i Grandi (Omero,
Shakespeare, Thomas Mann, Tolstoj, Proust, Stendhal, il Manzoni…) in cima
alla lista porrei Il Mulino del Po di Bacchelli e Il Gattopardo di Tomasi
di Lampedusa, quindi, nell’ordine, Il bell’Antonio e Paolo il caldo di
Vitaliano Brancati e Il Rosso e il Nero di Stendhal, quindi
l’impareggiabile, gustosissimo Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge
Amado, e con essi Oceano Mare di Baricco, Polvere del Messico di Cacucci, Argo
il cieco e Diceria dell’Untore di Gesualdo Bufalino, Il giorno dello
sciacallo di Forsyte, Tsushima di Frank ‘Tiess, Cristo si è fermato a Eboli
di Levi, La coscienza di Zeno, Memorie di Adriano della Yourcenair, I
Malavoglia e Mastro don Gesualdo di Verga, Lessico famigliare della
Ginsburg, La cripta dei cappuccini dell’altro Roth (quello vero, quello
della Finis Austrie), Il fu Mattia
Pascal di don Luigi Pirandello, Il piacere dell’impareggiabile Gabriele
D’Annunzio, Il Padrino di Mario Puzo. Sono quindici? Sono sedici…Sono
Venti…?! Mandatemi la multa a casa ché non so chi togliere.
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La più grande storia d’amore?
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Il “Dracula” di Frank Langella
portato al cinema da John Baldham nel quale finalmente il povero conte
viene presentato come un uomo pieno di charme e di savoir faire ma anche,
vivaddio, bellissimo.
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Un personaggio con cui attualmente
ti identifichi?
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Il vecchio principe Nikolai
Bolkonsky, in Guerra e Pace.
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Il personaggio più spregevole?
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Don Blasco, nei Viceré di De
Roberto.
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Un libro che dovrebbe avere un
seguito?
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Oceano Mare, di Alessandro
Baricco.
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Un autore che non ti ha mai
tradito?
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Thomas Mann.
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Tre scrittori dei quali non
acquisterai un libro?
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Premetto che di loro non ho mai
letto nulla e che quindi esprimo dei pregiudizi: Roberto Saviano, Salman
Rushdie e Antonio Tabucchi. Ormai anche gli atti di fede mi costano fatica!
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Uno scrittore che non conosci e
che invece vorresti conoscere?
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Georges Simenon
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Uno scrittore cui lo scrivere
troppo ha nuociuto?
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Jorge Amado.
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Il libro da tenere sul comodino?
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Il Principe di Machiavelli.
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E quello da portare sull’isola
deserta?
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L’Odissea.
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Lo scrittore più originale?
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Luigi Pirandello.
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Lo scrittore più sopravalutato?
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Cesare Pavese.
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Quello più ingiustamente
sottovalutato?
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Riccardo Bacchelli.
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E quello più noioso?
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Il libro che non si riesce a
finire di leggere. Ma la nomination di scrittori noiosi possono ben
giocarsela gli scrittori “quasi emuli piemontesi: Pavese, Fenoglio e
Calvino, anche se devo dire a proposito di quest’ultimo che ai miei occhi Il
Barone rampante un po’ lo ha riscattato.
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Un classico che ti ha deluso?
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Il Circolo Picwick di Charles
Dickens e il Gargantua e Pantagruel di Rabelais.
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Un classico che non hai ancora
letto?
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I Fratelli Karamazov di
Dostojevski.
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L’Everest letterario?
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Diciamo che se Omero è
l’Everest, la Réchèrche di Proust è il K2.
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Qual è il personaggio
letterario che ami di più?
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Ulisse.
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A quale personaggio di romanzo
faresti la corte?
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Sicuramente alla signora col
cagnolino di Cechov, nella rappresentazione cinematografica di Mikhalkov e
alla Claudia Couchat de La Montagna incantata di Mann. Ambedue russe.
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Un libro che sullo schermo ci
ha guadagnato?
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Le Relazioni Pericolose di
Cholderoi de Laclos (Milos Forman).
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E quello che ci ha più perso?
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Il Nome della Rosa di Eco e Un
anno sull’altipiano di Lussu.
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L’autore più ricco di “forma”?
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Gesualdo Bufalino.
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L’autore più ricco di
“contenuto”?
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Stendhal.
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L’autore ricco
contemporaneamente e di forma e di contenuto?
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Dante Alighieri.
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Il più bravo a scrivere
dialoghi?
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Più di tutti credo Shakespeare
e Dumas.
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Uno scrittore dallo stile
inconfondibile...?
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William Shakespeare.
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Un musicista dallo stile
inconfondibile...
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Ormai li riconosco tutti: alle
prime cinque battute otto volte su dieci so dire di chi si tratta, anche se
poi non sempre mi riesce di individuare di quale brano si tratti.
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Con quale libro vorrei essere
sepolto:
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Dona Flor e i suoi due mariti
di Amado ché magari come Vadinho risuscito. Ma se c’è una persona che è un
milione di anni luce lontana da quel ribaldo questa sono io…!
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Il poeta più grande:
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Per me l’Alighieri; chi non è
d’accordo per favore lo legga o se lo faccia spiegare.
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Un esempio di perfezione
poetica:
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Potrà sembrare banale, ma
nell’Infinito di Leopardi c’è l’assoluto.
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Un’opera intera che vorresti
conoscere a memoria:
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L’Orlando Furioso dell’Ariosto.
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Adesso ti porto al cinema. Ti
va?
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Molto.
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L’ultimo film che hai visto al
cinema?
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L’ultimo di quel geniaccio che
è Quentin Tarantino . Mi riferisco a Bastardi senza gloria.
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Ti è piaciuto?
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No, è solo un western
ambientato al tempo dei Nazi. Ma l’inizio rende piena giustizia alla
sinistra fama del regista. E molto si deve alla interpretazione dell’attore
Christoph Waltz (quello che fa la parte del colonnello delle SS che dà la
caccia agli ebrei).
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E l’altro?
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La Caduta con Bruno Ganz sugli
ultimi dieci giorni di Adoph Hitler nel bunker sotto Berlino; un film attendibile,
ben girato e ben recitato.
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L’ultimo film che hai visto in
televisione?
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Pane e tulipani.
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Ti è piaciuto?
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Moltissimo; mi ha fatto
conoscere una Ida Maglietta strepitosa che mi ha distrutto il cuore (nel
senso che me lo ha fatto diventare di strutto).
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L’ultimo film che hai visto in
videocassetta?
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Lettere da Jwo Jima di Clint
Eastwood. Quest’uomo è come il vino di qualità, invecchiando migliora!
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Mentre non ti è piaciuto?
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Un bacio appassionato di Ken
Loach.
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Perché non ti è piaciuto?
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Formalmente, figurativamente
non è un film malfatto, ma non mi va a genio la posizione mentale,
ideologica, del regista.
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E quale sarebbe questa
posizione ideologica che non ti va a genio?
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Il tema della multirazzialità
visto in un modo secondo me contrario alle mie vedute: nella attuale
Glasgow un giovane pachistano timido e innamoratissimo fa da scendiletto ad
una ragazza bianca, cattolica e ciò nonostante piuttosto puttana, che prima
se lo spolpa in tutti i modi e poi, al suo primo cenno di gelosia, lo scarica.
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Un film strano, originale,
leggero, inconsueto?
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Italiano per principianti, film
danese sottotitolato.
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L’ultimo che hai voluto
rivedere?
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East is east di O’Donnel, che incentrato
sul tema del melting pot è, però, a differenza del film di Ken Loach un prodotto geniale e divertente, che
ruota sulla figura di un vecchio, energico, forte, duro padre-padrone di
provenienza pachistana il quale furiosamente, ostinatamente lotta perché i suoi
cinque figli non si sottomettano alla cultura e alla civiltà occidentale. La
impotente rabbia del vecchio e le ingenue furbizie del ragazzi si sublimano
in un’operina frizzante, leggera e, questa volta, ben disponente verso il
tema della multirazzialità. Da non perdere!
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Un film che attendi di vedere?
|
I racconti di una Geisha (poi
l’ho visto e mi ha fortemente deluso: un film americano, pensato in
americano, girato con attrici cinesi americane da almeno quattro
generazioni, in sostanza un obbrobrio holliwoodiano).
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Un film “sèguito” che ti è
parso migliore del primo?
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Amici miei atto 2°
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Invece un “seguìto”
assolutamente non all’altezza del primo?
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Agata e la tempesta, di Soldini
(opera seconda dopo “Pane e tulipani”)
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In assoluto, quale di più
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Forse L’appartamento di Billy
Wilder.
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Salvane cinque in assoluto
|
L’appartamento, Oci Ciorni,
Pane e tulipani, Dolls e Barry Lyndon.
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Un film davvero impressionante?
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I primi 20 minuti di “Salvate
il soldato Ryan”, grazie a Spielberg un film di alta macelleria bellica.
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Il film che non vedrai mai?
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La Lista di Schindler sempre di
Spielberg, La vita è bella di Benigni e tutti i film di Chaplin
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Il film più divertente?
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Non si può sbagliare: Tutti i
film di Lubitsch sceneggiati con Billy Wilder e quelli di Billy Wilder
sceneggiati con IAL Diamond.
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Il film più disperato?
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Dolls (Marionette) di Tagheshi
Kitano.
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Il film più triste?
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La tenda rossa di Kalatazof.
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Il film più difficile da
realizzare?
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Titanic di Camerun.
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Il film più difficile da
capire?
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I film iraniani.
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Il film più noioso?
|
Un pesce di nome Wanda.
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Il film più erotico?
|
Lolita di Kubrick (ma non si
vede niente, è tutto un erotismo di testa).
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Il regista più pornografico?
|
Tutti dicono Tinto Brass, ma di
più credo che lo sia stato, quantomeno in un film di molti anni fa sulla
monaca di Monza, tale Luciano Oldorisio.
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E la regista femmina più troia?
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Premetto che le registe femmina
son così poche che si perdono di vista, ma insuperabile in questa
prospettiva mi risulta essere l’australiana Jane Campion (Lezioni di piano).
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I film più eleganti?
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I film in costume di Milos
Forman, quelli di Visconti e di Kubrick. Raffinato ai limiti della
levigatezza mi è parso Eyes Vide Shut, sempre di Kubrick.
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Il film più originale?
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Le Iene di Quintin Tarantino.
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Il film più strambo?
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Pulp Fiction di Quentin
Tarantino.
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Il film meglio recitato?
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Sleuth con Lawrence Olivier e Michael
Caine.
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Le delusioni, quantomeno in
merito al battage pubblicitario).
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Il nome della rosa di J.J.
Annaud con Sean Connery e il Favoloso mondo di Amelie di J.P. Jeunet con la
Tautou.
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Un film importante che non hai
capito?
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Odissea nello spazio di Kubrick.
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Il personaggio più
straordinario?
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Moustache nell’ Irma la dolce
di Wilder.
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Un film che dovrebbe avere un
seguito?
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Oci ciorni di Michalkov.
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Il tuo “cult movie”?
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West side story di Wise e
Bernstein, bel film, bellissime musiche ma che tuttavia, non so perché, non
amo riguardare.
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Il peggior film?
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Tutti pazzi per Mary
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Un regista che non ti ha mai
tradito?
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Joseph L. Mankiewitz.
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Chi rasenta la perfezione?
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Luchino Visconti, Milos Forman e
Stanley Kubrick.
|
Un regista che ti pare
sopravalutato?
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Salvatores, Moretti, Tornatore
e Benigni.
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La migliore delle scuole
cinematografiche?
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Quella inglese.
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Seguita da
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La russa, l’australiana e la cinese.
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Un titolo, un titolo e un
titolo
|
I molto suggestivi “Quando
volano le cicogne” (Urss 1957); “Pic-nic ad Hanging Rock” (Australia 1975);
“La foresta dei pugnali volanti” (Cina 2004).
|
Il film che non ti stancheresti
mai di vedere?
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Barry Lyndon e Il Padrino, dei
quali conosco a memoria, e posso declamare, intere sequenze.
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Quello che ami di più
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Oci ciorni di Michalkov.
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Il più grande regista italiano?
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Sono indeciso tra Germi e
Visconti.
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Il più grande regista
straniero?
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Billy Wilder.
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Il più originale straniero?
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Stanley Kubrick.
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Il più originale italiano?
|
Nel senso di innovativo credo
che più lontano di Sergio Leone non si possa andare.
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Il più promettente dei nuovi?
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Kenneth Branagh, ma anche lui
sta invecchiando.
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Il più originale dei nuovi?
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Silvio Soldini, quello di Pane
e Tulipani, che nuovissimo non è, che poi è miseramente franato in Agata e
la tempesta. Tra i nuovissimi mi ha colpito Eugenio Cappuccio col suo
“Volevo solo dormirle addosso”.
|
Uno che non ne azzecca una?
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Francesco Nuti.
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Uno che ha sbagliato mestiere?
|
Tinto Brass.
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Invece uno ingiustamente
sottovalutato?
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Sergio Rubini.
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E quello più noioso?
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Nanni Moretti.
|
E quello più antipatico?
|
Roberto Benigni.
|
E il più odioso?
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Michele Placido.
|
Se tu fossi un produttore di
film quali film non finanzieresti mai?
|
Quelli che venisse a propormi
un certo Fellini, uno che sfonda tutti i budget e alla fine quel che ne
viene lo capisce solo lui.
|
Qual è il personaggio maschile
che ami di più?
|
Moustache, l'oste demiurgo di
Irma la Dolce.
|
E quello femminile?
|
Anna, la protagonista di Oci
ciorni.
|
E l’attrice più bella?
|
Marisa Berenson di Barry
Lyndon.
|
E quella più brava?
|
Adoro Licia Maglietta (ma dopo
Agata e la tempesta un po’ meno).
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E una contemporaneamente bella
e brava? (italiana)
|
Giovanna Mezzogiorno
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E una contemporaneamente bella
e brava? (straniera)
|
La leggera e leggiadra Zang
Ziyi. E’ stato un amore a prima vista (Hero; La foresta dei pugnali
volanti).
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Un’attrice che avrebbe meritato
di più?
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Cibyll Sheperd.
|
E quella che avrebbe meritato
di meno?
|
Ornella Muti.
|
Un’attrice per la quale nutri
una simpatia particolare?
|
La deliziosa Charlotte
Gainsbourg e la bellissima, invero una figura botticelliana, Cate
Blanchett. Buona terza la sensualissima Angiolina Jolie.
|
E tra gli attori?
|
Sergio Rubini; tra gli
stranieri Kevin Spacey.
|
E quella per la quale nutri
un’antipatia particolare?
|
Cameron Diaz.
|
Le attrici che non riesci a
guardare?
|
Quelle che, come Meryl Strep,
Shirley McLane e Stefania Sandrelli, belle da giovani, si ostinano ad
angosciarmi col loro tragico sfiorire.
|
Tra i maschi?
|
Trovo insopportabili Nicolas
Cage e Harrison Ford.
|
Straniera?
|
Frances Mc Dormand, la
poliziotta di Fargo.
|
Quella il cui nudo ti ha
particolarmente colpito?
|
Shelley Duvall.
|
Il miglior attore in assoluto?
|
Non so, non è facile dirlo,
forse sir Charles Laughton.
|
E tra i viventi?
|
Non mi delude mai, qualunque
cosa gli facciano fare, Anthony Hopkins. Poi Kevin Spacey, Denzel
Washington e, ad onta del risibile sembiante, Danny De Vito (bravissimo su
qualunque copione).
|
Il miglior attore italiano?
|
Totò; senza paragoni Totò.
|
E tra i viventi?
|
Sergio Castellitto ormai è una
garanzia, anche se sta autoinflazionandosi; tra i nuovissimi mi è piaciuto
Giorgio Pasotti (il tagliatore di teste di “Volevo solo dormirle addosso).
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Un attore sopravalutato?
|
Harrison Ford e Nicolas Cage,
li trovo insopportabili.
|
Un attore sul quale hai
cambiato idea in positivo?
|
John Voight.
|
E uno sul quale l’hai cambiata
in negativo?
|
Isabelle Adjani.
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Il libro che vorrei vedere al
cinema
|
La Montagna Incantata di Thomas
Mann. E il consimile Diceria dell’untore di Gesuardo Bufalino. Tra i due
non so chi preferire.
|
Progetti di film purtroppo mai
venuti alla luce?
|
Un Titanic di Hitchock e un
Napoleone di Kubrick.
|
Un libro che sullo schermo ci
ha guadagnato?
|
Il Giorno dello sciacallo di
Fred Zimmerman.
|
E quello che ci ha perduto?
|
Il Nome della rosa di Jean
Jacques Annaud.
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I film preferiti:
|
Quelli di Wilder, di Mikalkhov,
di Forman, di Kubrick, di Visconti e di Germi. Guardo sempre con interesse
i film di Roger Donaldson e di Clint Eastwood.
|
Uno in particolare:
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Oci ciorni.
|
Una attrice amata, la più
amata:
|
L'adorabilissima Meg Tyll del
Valmont di Forman.
|
Il più bel finale di film:
|
Quello di Oci ciorni.
|
Il finale di film più
agghiacciante:
|
Quello di L’ultimo bacio.
|
Con quale pellicola vorresti
essere sepolto:
|
Oci ciorni, per l’amore che
porto alla storia, ai luoghi e alla protagonista.
|
Il film che attendi con ansia
di vedere?
|
Elisabeth, con Cate Blanchett
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Film, non-film e telefilm?
|
La saga in venticinque e più
puntate (dico più perché poi ne hanno fatto dei sequels di quaranta minuti
ciascuno) de La conquista del West–La famiglia Machahans. Saranno passati
sui teleschermi sei o sette volte e più li guardo e più mi piacciono. E
poi, assolutamente impedibili, i telefilm del Poirot interpretato da David
Souchet, originalissima la figura e straordinario il prodotto. Salvo
improbabili amnesia non me ne perdo uno!
|
Esploriamo adesso il pianeta
calcio
|
Con piacere; ci vivo con enorme
passione e intensa partecipazione da moltissimi anni.
|
Per quale società tifi?
|
Juventus
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Juventini si nasce, o si
diventa?
|
Credo che lo si diventi, per
una qualche scintilla che ad un dato momento scocchi e accenda una fiamma
che mai si spegnerà.
|
Comunque son tempi grami questi
che corrono…!
|
Potrei rispondere che si tratta
dei soliti alti e bassi e che o che, come suol dirsi, la vita è fatta a
scale e c’è chi scende e c’è chi sale. Bubbole, cazzate…! La verità è
tutt’altra ed è molto amara. Chi ha letto “Cronaca di una morte annunciata”
di Garzia Marquez sa come venne ucciso il povero Santiago Nasar. La
eliminazione di Luciano Moggi e del dottor Giraudo è qualcosa che molto
somiglia a quell’atto di fellonia (su questo sito, nel link relativo alla
stagione 2005-2006 c’è abbastanza perché il lettore possa farsi un’idea di
come andarono le cose, anche se con tempo stanno vedendo fuori cose che
coinvolgono direttamente e in pieno la squadra prima beneficiaria di
quell’evento). Da quella vicenda ne uscimmo con le ossa rotte, e si posero
gratuitamente le basi perché l’Inter potesse fregiarsi per cinque anni di
seguito del titolo di campione d’Italia e spadroneggiare anche all’estero!
Quest’anno noi abbiamo conquistato un miserevole ottavo posto con delle rapide
eliminazioni in tutti i tornei ai quali abbiamo partecipato. Loro
quest’anno han fatto il grande slam! E il tragico – dicevo -, la cosa che
duole di più è che si è trattato di un delitto scientificamente costruito e
preparato fin’anche nei dettagli. E’ stato l’Ekann) a demolirne l’immagine del
gruppo dirigente e condannare di fatto la squadra, nel 2006, per dei reati
mai commessi e in ragione di prove mai provate, alla retrocessione e,
dissolto quel patrimonio, ad una persistente oscurità che chissà quando!
|
Che cosa ti suggestionò?
|
Il fatto che era la più forte,
che aveva i giocatori migliori, che era la più ricca, la più amata e nello
stesso tempo la più odiata, anzi la sola ad essere odiata. Perché nei
secoli dei secoli in Italia si è sempre fatto così nei riguardi dei più
forti, dei migliori (come le vicende di Farsopoli, quarant’anni dopo
avrebbero dimostrato). Talvolta mi chiedo se sarei capace di sfegatarmi per
una squadra che non mi consentisse, almeno in teoria, la domenicale
possibilità della vittoria, e la mia risposta è sempre no.
|
Tra i suoi giocatori chi
ricordi con più affetto?
|
Premetto che sono legato più
alla maglia che a chi la indossa, comunque ho provato una simpatia e una
stima particolari (simpatia senza stima non potrei provarne) per Sandro
Salvadore elegantissimo e senza fine bello, per Bercellino detto
Berceroccia, per Sergione Brio generosissimo broccone ma anima candida, per
Roberto Bettega sottile ed elegante punta di diamante, per Roberto
Boninsegna nano malignazzo sfracellatore di reti, per il geometra Capello
tant’è che chiamai Fabio il mio ultimo nato; per Gaetanuzzu Scirea che il
cielo lo abbia in gloria!, per il primo
Tardelli, quello leggero e sottile come un giunco, per il Cabrini dei tempi
migliori, per Romeone Benetti killer spietato, per il giovane leone
Casiraghi degli esordi, per Luca Vialli quando, venuto Lippi al posto di
Trapattoni, prese in mano la squadra e la portò a vincere ovunque; per
Angelino Peruzzi che aveva un metro di girocoscia, per Gigi Buffon forte e
spavaldo. Tra quelli di adesso per Giorgione Chiellini, roccioso jolly
difensivo, per Mauro German Camoranesi l’ultimo funambolo che ci è rimasto
e per Claudiuzzu Marchisio bello,
leggero ed elegante!. Tra gli stranieri Sivori e Charles, dei quali
purtroppo ho ricordi confusi, ma la cui fama all'epoca oscurava quella di
tutti gli altri, per il tedesco Helmut
Haller, genio e sregolatezza purtroppo arrivato tardi, per il ciclonico
Boniek e il beffardo Michel Platini, poeta del gol se mai ve ne fu uno, per
Michelino Laudrup, per il povero Sasha Zavarov venuto dalla Unione
sovietica in Italia a rinfocolare lo spietato anticomunismo degli anticomunisti,
certamente per il piccolo grande Rui Barros, per Jurgen Kohler e per
Andreuccio Moeller cui ha nuociuto lo sciovinismo degli italiani la vicinanza
col perfido Baggio (l’avarizia fatta calciatore!), per Paulo Sosa e per
Didier Deschamps fari e dighe del centrocampo, per l’impareggiabile,
sublime, Zinedine Zidane, per l'adoratissimo Paolo Montero, il mio idolo,
per Zlatan Ibrahimovic, cigno di incomparabile bellezza ma gangster
nell’animo e per il leonino Edgar Davids. Tra gli ex rammento la
inarrestabile generosità di Gian Luca Zambrotta e, se non ne ho dimenticato
altri, lo straordinario Thierry Henry (ma straordinario solo con sulle
spalle le maglia della nazionale francese, dell’Arsenal e del Barcellona, perché
da noi il mister Ancelotti (un maiale non può allenare…!) lo faceva giocare
da terzino. Tra gli ultimi arrivati Momo Sissoko.
|
Come, non hai citato Alessandro
Del Piero?!!
|
Per il Capitano stravede
l’ottanta per cento dei quindici milioni di tifosi e di questo ottanta per
cento (quindi diciamo circa cinque milioni di tifosi (in genere adolescenti
e suffragette) sono suoi, nel senso che tifano Juventus sol perché c’è lui,
col suo mezzo metro di lingua. Cose, questa e quella, da Paese del Terzo
mondo. Del Piero è stato grande dal ’74
e fino al ’98 (cioè fino all’infortunio ad un ginocchio capitatogli
ad Udine) quando segnava come e quando voleva, e se la giocava per il
pallone d'oro (nel ’99 lo vinse un difensore, è facile quindi pensare che,
senza quell’infortunio avrebbe potuto vincerlo lui). Ma dal ‘99 in poi ha sempre
giocato per se stesso e per i suoi sponsor, smettendo di correre e cercando
con poca fatica (non muovendosi dall’area piccola) il gol facile. Rimanendo
però (in forza di una clausola contrattuale fortemente voluta) il
calciatore della rosa il cui tetto d’ingaggio non poteva venire superato. E
della inamovibilità, dei rinnovi contrattuali sempre pesanti e sfibranti ha
continuato a fare la sua ragion d’essere, al punto che, tranne Fabio
Capello, nessuno dei tecnici (Deschamps, Ranieri, Ferrara e Zaccheroni) si
è mai azzardato a contestarne ruolo
e privilegi, uno dei quali voleva e vuole che egli abbia il potere di veto circa
l’ingaggio di elementi (uno di questi e più di una volta avrebbe potuto
essere Antonio Cassano) che potessero insidiarne la titolarità. Dopo le
sventure del ‘96’, accettando la discesa in B è (ma a trentun anni non
aveva più mercato) diventato, col portiere Buffon, uno dei punti di riferimento della squadra
e della società. In sostanza una sorta di specchietto per le allodole verso
i tifosi e da allora fa il leader negli spogliatoi, non riuscendogli più di
farlo in campo!
Ora gli restano gli ultimi
dodici mesi di contratto, ma se non spreme il limone fino all’ultima goccia
non se ne andrà! (poi magari andrà a mangiarsi il dolce negli Usa o negli
Emirati arabi).
|
E chi hai amato di meno?
|
Trascurando le mezze figure, in
questa classifica del rifiuto primi tra tutti pongo, senza che dubbio mi
sfiori, ex aequo Roberto Baggio e Paolo Rossi, seguiti a ruota da “sordomuto”
Zoff. Quindi a non molta distanza il Tacconi lesto più di lingua che di
riflessi, il calabrese Mauro anch’egli più voglioso di parlare che di sgobbare,
il corpo estraneo Altobelli, il vecchio Marocchi, l'esoso Vierchowood,
l'odioso Dino Baggio, il polemico Ravanelli e quest’Antonio Conte che pur
se incapace di fare una O col bicchiere viene ritenuto da alcuni dei nostri
tifosi una sorta di maitre à pénser della panchina. Quindi, in gruppo,
tutti i campioni del mondo '82, quando si montarono la testa e in gruppo si
fecero cacciare a calci in culo dal vecchio Boniperti (Gentile, Cabrini,
Tardelli, il già citato Rossi, Causio) perché essendo freschi vincitori di
coppa del mondo pensavano di poter prendere per la collottola quel vecchio
taccagno. Non ho mai amato Giovanni Trapattoni, nemmeno quando era da noi e
vinceva (figuriamoci ora che a settant’anni suonati è ancora sulla breccia
e non vede l’ora di rientrare nel grande giro). Detesto tutti quelli che,
nonostante la tarda età e gli acciacchi,
non vogliono saperne d'andare in pensione (gli antesignani sono stati Paolo
Maldini che l’anno scorso finalmente, a quarant’anni, si è ritirato e Del
Piero che non vuole neanche sentirne parlare e che ormai vive di lauti
contratto ìi e di giocatine ad effetto. Detesto quelli che. come
quell’ignorante di Javier Zanetti (ma non è il solo) nel rispondere ad ogni
domanda premettono l’avverbio “sicuramente”, quelli che si rapano a zero i
capelli e quelli che li stan perdendo. E infine quelli, il cui numero sta
crescendo in maniera preoccupante, che si spendono come testimonials di
prodotti commerciali. Da Totti a Del Piero, da Cannavaro e ai nostri che
dopo una stagione indecorosa hanno il coraggio di raccomandarci
qualsivoglia prodotto!
|
Azzarda una formazione dei
migliori che nel tempo han vestito la casacca a righe verticali bianconere?
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Premetto che giocherei con 3-5-2-1.
Quindi Gigi Buffon in porta, Sandro Salvatore, Gaetano Scirea e Paolo
Montero a presidiare l’area di rigore. Alla destra e alla sinistra di John
Charles che schiererei quale pivot di centrocampo porrei Mauro Camoranesi e
Gianluca Zambrotta, il primo largo a destra e il secondo largo a sinistra (come
li schierava Marcello Lippi, con Deschamps e Paulo Sosa al posto di
Charles). Con Zlatan Ibrahimovic e Michel Platini a far la festa ai
difensori avversari e Roberto Bettega unica punta. Completerebbero l’organico
Angelino Peruzzi, Claudio Gentile, Helmutt Haller, Roberto Boninsegna e
Luca Vialli. Affiderei i tutti a Marcello Lippi.
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Un giocatore del quale senti la
mancanza come una ferita aperta?
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Zlatan Ibrahimovic!
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La gioia più grande?
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Ogni vittoria e San Siro.
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Il dolore più grande?
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Indimenticabile,
incancellabile, la sconfitta del 28 maggio ’03 all’Old Trafford di
Manchester, dove per una inezia e un impareggiabile concorso di sfortune il
vincente Lippi ha lasciato la Champions League al perdente Ancelotti (“un
maiale non può allenare!”; più ancora della sconfitta del 14 maggio del
2000 nella piovosa Perugina (gol di Calori) quando a guidare i nostri era il
perdente Ancelotti (idem come sopra) che a ottto giornate dalla fine
precedeva la Lazio di 9 punti e si fece togliere lo scudetto dal perdente
di lusso Sven Goran Ericsson con la stessa facilità con la quale un adulto
toglie dalle mani di un neonato il biberon.
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L'allenatore più bravo?
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Quello che vince, e quindi quest’anno
José Mourinho che ha surclassato tutti. Ma ho lo fondata idea che i prossimi
campionati del mondo li vincerà l’Inghilterra di Fabio Capello.
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E fuor di Juve?
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Tra i nuovissimi il nostro
nuovo allenatore, Luigi Del Neri che con la sua Sampdoria quest’anno ha
centrato quel quarto posto che consentirà ai doriani di giocarsi i preliminari
della Champion, che era stato l’obbiettivo vanamente assegnato a Ferrara e a
Zaccheroni. Mi piacciono anche Delio Rossi, Massimiliano Allegri, Giampaolo
Marino e Marco Giampaolo.
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Chi dovrebbe cambiar mestiere e
si ostina a non farlo?
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Alcuni pluritrombati che in
ragione del basso costo ancora trovan panchine dove poggiare gli avvizziti
glutei: Sonetti, Mutti, Ulivieri, Simoni, Papadopulo, il miracolato Ranieri
e Mondonico, di tutti il peggiore. Ma chissà quanti ne ho dimenticati.
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Chi invece è uscito
ingiustamente dal giro?
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Zdnenek Zeman
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Il peggiore, cioè quello la cui
venuta alla Juve considereresti una autentica jattura?
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Il sopravvalutato Prandelli. La
Juventus ques’anno ha condotto un campionato obbrobrioso, ma pur se così
malridotti gli abbiamo dato alla sua Fiorentina otto punti di distacco.
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Juve a parte, quali i
calciatori più grandi (italiani)
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Sicuramente innanzi a tutti
Gianni Rivera e Gigi Riva. Ce ne sono stati degli altri, ma tra i nati in
Italia, non ho mai visto nessuno al loro livello.
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E tra gli stranieri (sempre non
della Juve) venuti in Italia?
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Gunnar Nordhal e Juan Alberto Schiaffino,
anche se quando giocavano io non mi ero ancora affacciato completamente al
calcio. Don Alfredo Di Stefano (al fare e al sentir fare il nome del quale io
mi alzo sempre in piedi), Dennis Law, José Altarini, Luisito Suarez, Helmut
Haller, Lothar Mattheus, Paolo Roberto Falcao (detto l'ottavo re di Roma), l'uruguagio
Enzo Francescoli, l’argentino Daniel Passarella (detto il caudillo), il
trio delle meraviglie Van Basten–Gullit–Rijkard, Aleksei Michailicenko (anche
se qui da noi giocò poco e male), il grandissimo Diego Armando Maradona, (probabilmente,
con don Alfredo Di Stefano, il più grande di tutti). Tra i più recenti
Shevchenko e Tierry Henry che fu Lippi a volerlo alla Juve e Ancelotti (un
maiale non può allenare!) a farlo andar via dopo solo una sola stagione, il
grande, grandissimo Zlatan Ibraimovic (che fu la Triade a volerlo e la
nuova proprietà dei disinnamorati a regalarlo alla grande nemica quale
guiderdone per il servizio reso all’Elkann e a Montezemolo per la
defenestrazione della Triade. Ultimissimo Diego Milito, quest’anno
risolutivo in Italia e in Europa.
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Un giocatore assolutamente
centrale nel calcio d’oggi?
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Senza dubbio l’avvocato Guido
Rossi, il miglior centravanti che, dopo il grande Antonio Valentin
Angelillo (quello dei 33 gol in serie A, record che da cinquant’anni
resiste) l’Inter abbia mai avuto. Figuratevi che l’anno scorso, in soli due
mesi, e pur non giocando neppure una partita, quindi senza mai essersi
sporcate scarpe e mutande, ha fatto vincere all’Inter (la sua squadra di
appartenenza) ben due scudetti!
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I personaggi del mondo del
calcio che più mal vedi?
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In primis e sovra un fitto
bosco di personaggi per un motivo o per un altro detestabili cito Moratti, Mancini,
Ancelotti (un maiale non può allenare!), lo Zanetti dell’Inter, il
brasiliano Ronaldo che lo fu, e i due Baggio, Roberto e Dino. Quindi Del
Piero, Trezeguet, Grosso e Cannavaro e con loro, per principio e fissazione,
tutti i giocatori che han più di trent’anni e pretendono di tenere ancora
botta, che non vogliono capire (ma dovrebbero capirlo prima di loro i
dirigenti!) che un trentenne nel calcio d’oggi è come un sessantenne nella
vita di tutti i giorni. Figuriamoci un trentacinquenne o peggio ancora un quarantenne.
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Quale giocatore che non hai ti
piacerebbe avere?
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I primi nomi che mi vengono in
mente sono quelli di Zlatan Ibrahimovic,
Arijen Robben, Javier Mascherano, Dzeko, Krazic, Maxi Lopez. Non mi dispiacerebbe,
non dovesse potersi giungere a Dzeko, Adriano ma è venti chili sopra il
peso forma! Questo mio rimane purtroppo solo un gioco d’esercizio. Non ho
citato personaggi come Messi e Cristiano Ronaldo ben più irraggiungibili.
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E quale dei tuoi regaleresti ad
un'altra squadra?
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Del Piero, un Godot che non
arriva mai, ma che sa vendersi con baggesca maestria, che parla troppo e
troppo bene, ma che ormai da troppi, troppi anni non gioca per sé e per gli
sponsor.
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Chi non venderesti?
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Solo e soltanto Giorgio
Chiellini e Claudio Marchisio, gli altri li darei via gratis, a cominciare (li
cito in ordine alfabetico) da Amauri per finire a Trezeguet.
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Chi è il personaggio “centrale”
nel calcio d'oggi?
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Nessuno, non certo Abete, il politicante
di lungo corso Carraro l’ha sfangata! Quale effimera (ma molto effimera)
soddisfazione per il lebbroso Moggi rimane quel che il grande Piero
Ostellino ha scritto, e cioè che Luciano Moggi per circa quindici anni è
stato, fuor di tutti i dubbi, il più grande di tutti, ma gli han sparato a
lupara, mentre in un paese serio lo avrebbero messo a capo della Figc!
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E ieri?
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Il vecchio Boniperti.
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E questo cosa vuol dire?
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Che la storia siamo noi,
nessuno se ne senta offeso...
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